L’economista Galloni a Sky tg 24: il referendum è appoggiato dai potentati finanziari internazionali2/12/2016 L’economista Antonino Galloni, ospite della trasmissione televisiva di Sky tg 24, il 23 Novembre scorso ha avuto un duro scontro con il consigliere economico della presidenza del consiglio, Luigi Marattin, con riferimento al referendum. Galloni, allievo prima e collaboratore poi di Federico Caffè, con un passato di incarichi di docenza in diverse università, è stato Direttore Generale del Ministero del Lavoro, dichiara che la riforma costituzionale è stata varata per rendere irreversibile la perdita della sovranità monetaria italiana ed è per questo che i potentati internazionali appoggiano questa riforma, però come lo stesso economista afferma: “ se vince il no, non è irreversibile, è tutto qui il gioco del referendum” e prosegue ancora “faccio questa previsione, se vince il no, Renzi non se ne va, non si crea nessuna instabilità politica, al momento, poi si vedrà, perché non sarà una scelta indifferente” . Alla domanda del giornalista riguardo lo scenario se vincesse il no, lo spread salirebbe, aumenterebbero gli interessi sul debito e le banche rischierebbero il fallimento, Galloni risponde che: “potrebbe anche succedere poiché in effetti nel 2013 la J P. Morgan mandò una lettera per avvisare che, se l’Italia non si allineava su posizioni meno democratiche rivedendo la propria costituzione, troppo antifascista e troppo di sinistra, ci sarebbero state delle conseguenze. Le conseguenze sono state che è andato avanti un discorso di riforma che giustamente Renzi data trent’ anni fa, ma ricordo che trenta fa l’orientamento era tutto: ce lo chiede l’Europa, dobbiamo smetterla, tagliare il welfare, tagliare tutto, gli operai devono essere pagati di meno, non ce la facciamo, ecc. ecc. Adesso si chiede agli italiani di ratificare quelle decisioni, se gli italiani non le ratificheranno e vincerà il no, ci teniamo la nostra bella costituzione democratica”. Anche perché, come ci ricorda Galloni, negli anni 80’ il debito pubblico consentiva ai cittadini di avere servizi, risparmi e possibilità di sviluppo ed è in questo senso che il debito è considerato dall’economista come una ricchezza per il popolo. Pertanto le considerazioni di Galloni rendono l’appuntamento referendario del 4 Dicembre, un momento cruciale per il futuro del nostro Paese, per ciò che concerne i cardini della nostra democrazia e del nostro sviluppo economico; la vittoria del no, come mi auguro accada, consentirebbe agli italiani di aprire le speranze in una ripresa economica di cui abbiamo troppo bisogno.
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AutoreLuca Bellini Categorie |