Ancora una interessante approfondimento del Financial Times sulla situazione in Europa, stavolta sotto i riflettori del quotidiano finanziario è andata la Germania. La problematica riportata è quella della povertà e della disuguaglianza sociale, porre l’accento su questi temi potrebbe sorprendere, dato che il resto del mondo industrializzato guarda con invidia alla “performance” economica tedesca. La Germania è un paese ricco, con il più elevato reddito pro-capite tra i grandi paesi della UE, davanti a Gran Bretagna, Francia e Italia, come evidenzia il grafico qui sotto; il reddito medio in Germania è di 34500 euro, mentre in Italia è di 25900, cioè il 30% in meno. Nonostante la disoccupazione sia tra le più basse d’Europa e si attesti al 3,7 %, in un recente sondaggio della televisione ARD però, in vista delle elezioni di settembre, i tedeschi hanno indicato come la disuguaglianza sociale sia un grande problema. In termini di redditi delle famiglie, che forse è l’indicatore principale della disuguaglianza generale, la Germania è vicina alla media europea. Ma in termini di ricchezza la Germania è significativamente più disuguale rispetto agli altri paesi, con le famiglie più ricche che controllano una quota della ricchezza più ampia rispetto agli altri paesi dell’Europa occidentale. Il 40 % dei tedeschi più poveri non possiede praticamente alcun bene patrimoniale, nemmeno dei risparmi in banca. Piuttosto sconfortante il grafico qui sotto riportato dal Financial Times, dove è evidenziato che solo il 45 percento dei tedeschi possiede la casa nella quale vive, tutti gli altri sono in affitto, specialmente nelle grandi città, dove le proprietà immobiliari hanno il valore più elevato. Da notare invece che in Italia quasi il 70 % degli italiani è proprietario di una casa, valore tra i più alti nella UE, ecco perché l’Europa ci chiede di ”tartassare” le nostre case, soprattutto la “prima casa”. Dopo un periodo di iniziale stagnazione avvenuto a seguito della riunificazione, la Germania è tornata a crescere grazie a un boom delle esportazioni combinato con una moderazione salariale (leggasi stipendi molto bassi) da parte dei sindacati e col pacchetto Hartz IV per il mercato del lavoro e le riforme dell’assistenza sociale, che hanno spinto sempre più disoccupati al lavoro.
Se però la disoccupazione è diminuita, le persone a reddito basso guadagnano comparativamente sempre meno rispetto ai lavoratori ben pagati. Negli ultimi cinque anni questo divario si è leggermente ristretto, perché i sindacati hanno ottenuto qualche aumento e l’introduzione di un salario minimo per legge, approvato nel 2015, contribuendo a sostenere i redditi. Un ruolo importante nel ridurre la disoccupazione e aumentare il numero degli occupati al livello record di 44 milioni ha avuto l’espansione dei “mini” job, posti di lavoro part-time deregolamentati, che sono passati da 4,1 milioni nel 2002 a oltre 7,5 milioni quest’anno. I loro sostenitori dicono che hanno contribuito a creare opportunità di lavoro, ad esempio per madri con figli piccoli, studenti e pensionati. Ma i critici affermano che questi mini-job hanno spesso rimpiazzato posti di lavoro a tempo pieno, specialmente nei settori della ristorazione e della vendita al dettaglio. Inoltre, sebbene dopo la riunificazione del 1990 la Germania Est abbia fatto progressi, i redditi rimangono più bassi di un terzo rispetto ai livelli della Germania Ovest. Con il 24 % della popolazione over-65, la Germania Est sarebbe, se fosse uno stato indipendente, il più anziano del mondo. Ad ogni modo, le sacche di deprivazione e povertà non si limitano alle regioni dell’Est. “I ricchi se ne vanno dai quartieri poveri e persone povere affluiscono”, dice Dieter Heisig, pastore protestante che ha prestato servizio nella città di Gelsenkirchen per più di 30 anni. “Non vorrei dover dire che abbiamo dei ghetti, qui in Germania, però li abbiamo”. La Germania che impone al resto d’Europa politiche di austerità, bassi stipendi e quindi un modello economico deflattivo, volto essenzialmente all’export e al liberismo economico, comincia ad essere un problema anche per i suoi cittadini, parte dei quali sono in stato di povertà e subiscono una forte disuguaglianza sociale. Vedremo se il popolo tedesco intenderà cambiare tutto ciò con le imminenti elezioni politiche. Fonte
0 Commenti
Lascia una risposta. |
AutoreLuca Bellini Categorie |