Sul sito Off Guardian, ideato da alcuni autori del quotidiano inglese The Guardian, scontenti della linea ufficiale del quotidiano, è apparsa una profonda e condivisibile riflessione del presidente del sindacato dei magistrati belgi Manuela Condelli, riguardo il neoliberismo dell’economia . La Condelli afferma che mentre il liberismo è una dottrina sia politica che economica, che trae origine dall’illuminismo, il cui scopo è quello di imporre allo stato una distanza dai cittadini, per garantire il rispetto delle libertà e l’emancipazione democratica; il neoliberismo economico è una forma di economicismo che colpisce tutti i settori della comunità e può essere considerato come una forma di estremismo. La sindacalista delle toghe belghe ritiene che: “il neoliberismo è una specie di fascismo, perché l’economia ha soggiogato non solo il governo dei paesi democratici, ma anche tutti gli aspetti del nostro pensiero. Lo stato è ora agli ordini dell’economia e della finanza , che lo trattano come un subordinato e spadroneggiano su di esso, in misura tale da mettere in pericolo il bene comune. L’austerità richiesta dall’ambiente finanziario è diventato un valore supremo, che sostituisce la politica; la necessità di risparmiare preclude il perseguimento di qualsiasi altro obiettivo pubblico. Si sta raggiungendo il punto in cui si rivendica che il principio di ortodossia di bilancio dovrebbe essere incluso nelle Costituzioni statali.” Purtroppo questo è già accaduto in Italia quando nel 2012 il governo Monti ha introdotto nella nostra Carta Costituzionale, con la modifica dell’art. 81, il pareggio di bilancio, i cui effetti sono a dir poco drammatici sulla nostra economia e che speriamo quanto prima possa essere modificato. La Condelli prosegue dicendo che ogni totalitarismo inizia con uno stravolgimento del linguaggio, il neoliberismo ha la sua neolingua con le strategie di comunicazione che gli permettono di deformare la realtà, in questo spirito, ogni taglio di bilancio è rappresentato come un esempio di modernizzazione dei settori interessati. Predomina una sorta di darwinismo sociale dove a tutto e a tutti vengono assegnati dei criteri di efficienza nelle prestazioni, assolutamente inflessibili, cioè essere deboli vuol dire fallire. E ancora aggiunge: “Questa sottocultura ospita una propria minaccia esistenziale: prestazioni carenti condannano alla scomparsa, mentre allo stesso tempo chiunque è accusato di essere inefficiente e obbligato a giustificare tutto. La fiducia è infranta. Regna la valutazione e con essa la burocrazia, che impone la definizione e la ricerca di una pletora di obiettivi che l’individuo deve rispettare. La creatività e lo spirito critico sono soffocati”. La Condelli conclude l’analisi: “ Cinquecento anni fa, al culmine delle sconfitte che hanno abbattuto la maggior parte degli stati italiani con l’imposizione dell’occupazione straniera per più di tre secoli, Niccolò Machiavelli ha esortato gli uomini virtuosi a sfidare il destino e a ergersi contro le avversità del tempo, a preferire l’azione e il coraggio alla cautela. Più è tragica la situazione, più sono richieste l’azione e il rifiuto della “rinuncia” (Il principe, capitoli XXV e XXVI). Questo insegnamento è chiaramente necessario oggi. La determinazione dei cittadini attaccati alla radicalità dei valori democratici è una risorsa preziosa che non ha ancora rivelato, almeno in Belgio, il suo potenziale e il suo potere di guida per cambiare ciò che viene presentato come inevitabile. Attraverso i social network e la potenza della parola scritta, oggi tutti possono essere coinvolti a portare il bene comune e la giustizia sociale al cuore del dibattito pubblico e dell’amministrazione dello stato e della comunità, in particolare quando si tratta di servizi pubblici, università, mondo studentesco, magistratura.” Le parole di questo magistrato belga confermano che il pericolo che corriamo è chiaro e presente in tutti i paesi europei, sta a noi cittadini difendere la democrazia contro i poteri finanziari neoliberisti, la vittoria del no al referendum italiano sulla modifica della Costituzione ci ha consentito di vincere una battaglia, ma dobbiamo proseguire a lottare, perché la guerra contro il neoliberismo economico\ non è ancora vinta. Fonte
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AutoreLuca Bellini Categorie |