Mancano pochi giorni al ballottaggio delle presidenziali francesi fissate per il 7 Maggio e l’esito, stando ai sondaggi, vedrà quasi certamente l’affermazione di Macron. Nell’attesa di questo evento è interessante analizzare la compagine che ha votato la candidata del “Front Nacional “Le Pen. Per avere un’idea sulla distribuzione del voto nelle varie regioni della Francia, è utile osservare la mappa tratta dal sito economico - finanziario Bloomberg. Secondo l’economista francese Jaque Sapir: “La trasformazione del Fronte Nazionale in partito dominante nelle piccole città e nelle campagne è significativa, anche se il fenomeno va oltre: anche il peso della disoccupazione e della deindustrializzazione è uno dei fattori del suo radicamento. L‘ho detto più volte sin dal 2012. L’ascesa del FN segue passo passo i danni della globalizzazione e dell’euro. Un’altra dimensione importante è la questione sociale, ovviamente correlata con la dimensione geografica. Si noti che Marine Le Pen ha tra i suoi elettori un’alta concentrazione di persone a reddito basso o molto basso. Ha riportato il 34% dei voti nella classe operaia, in prima posizione, seguita immediatamente da Jean-Luc Mélenchon. Del resto questa è una caratteristica condivisa con Jean-Luc Mélenchon. Al contrario, l’elettorato di Emmanuel Macron ha un’alta concentrazione di redditi alti ed altissimi, una caratteristica che condivide, ma in misura minore, con l’elettorato di François Fillon”. Macron, secondo Sapier, vuole attuare una serie di riforme fortemente penalizzanti per il lavoro: ha annunciato di voler rafforzare la “la legge sul lavoro”, che aveva causato violente proteste nella primavera del 2016, attraverso un decreto; intende ridurre i dipendenti pubblici; propende per una austerità fiscale, mentre intende attuare una politica di favore per le grandi aziende, attraverso il credito d’imposta per la competitività e l’occupazione. Il sito “Bloomberg” riferisce che la visita di Macron ai lavoratori della fabbrica in sciopero nella sua città natale, Amiens è stata accolta con fischi, il candidato di “en Marche!” che si era intrattenuto prima con i leaders del sindacato dell’azienda nel centro della città, è stato oggetto delle critiche della Le Pen, la quale ha dichiarato ai giornalisti, incontrandoli davanti ai picchetti, che la decisione di Macron di incontrare i rappresentanti dei lavoratori a porte chiuse mostrava il suo “disprezzo” per la loro difficile situazione. Lo stabilimento della Whirlpool di Amiens, oggetto della visita dei due candidati all’Eliseo, è diventato un simbolo delle discussioni sul libero mercato che dominano la campagna elettorale francese, perché 280 posti di lavoro verranno tagliati quando l’azienda, il prossimo anno, trasferirà la produzione in Polonia. “Tutti sanno da che parte sta Emmanuel Macron – sta dalla parte delle multinazionali” ha dichiarato la Le Pen, “io sto dalla parte dei lavoratori, qui nel parcheggio, non nei ristoranti di Amiens”. Patrice Sinoquet del sindacato CFDT (Confédération française démocratique du travail) che si era in precedenza incontrato con Macron, afferma che il 90% dei suoi iscritti voteranno per la Le Pen. “Macron rappresenta il peggio delle politiche di libero mercato”, dichiara Clement Pons, disoccupato di 32 anni, che aspettava fuori dall’incontro in centro. “È un globalista che vuole uccidere la classe lavoratrice. Mi fa venire da vomitare. Non capisco le sue idee”. Anche in Francia il problema della disoccupazione che si attesta al 10% è piuttosto serio, come si può vedere nella mappa in basso anche nel Nord del paese, dove fra l’altro è presente la fabbrica della Whirlpool di Amiens, è a livelli massimi. Chantal Flahaut, 57 anni, operaia alla catena di montaggio, che partecipa al picchetto, dice di essere in sciopero per tutta la settimana e di essere così stufa della situazione in Francia che domenica non andrà nemmeno a votare. La sua maglietta ha una scritta: “Whirlpool fabbrica disoccupazione”. “Sono talmente disgustata” dice, “Macron sta dalla parte delle grandi imprese come la nostra. Dovete smetterla di aiutare miliardari multinazionali, e darci i nostri soldi”.
Operai e disoccupati, disperati e con poche prospettive, non voteranno l’ex banchiere neoliberista di Rothschild Macron e sembrano comprendere perfettamente che dietro di lui si nascondono i poteri della finanza internazionale e del liberismo economico, che sta riducendo i popoli ad una massa di individui sempre più poveri e con meno diritti nel lavoro. Anche se non riusciranno ad impedire la vittoria di Macron, vanno comunque ammirati per la loro determinazione nel lottare. Fonte 1 Fonte 2 Fonte 3
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AutoreLuca Bellini Categorie |